Adesso la porta della cantina ha una serratura, ci si arriva dall’esterno. Quando eravamo piccoli si arrivava dal sottoscala e la porta si chiudeva dall’interno, con un “croc”e un palo che puntava sul pavimento rigorosamente in terra battuta.
Quando abbiamo iniziato a ristrutturare la casa di nonno Bageta, zio Luciano ( classe 1938 ) è arrivato su con il trattore pronto a portare alla discarica comunale tutto quello che trovava in quella casa. E’ stata una bella lotta; io tutto quello che prendevo in mano mi ricordava qualcosa di quando ero bambino, per lui era tutto da buttare ( forse perché per lui erano ricordi di anni non sereni come i miei ). La sua frase ricorrente era …nei fai di tenere quella roba li !!! Per molte cose ho vinto io !!!! Ho poi scoperto in seguito che quello che aveva veramente valore per i suoi ricordi lo aveva già messo da parte negli anni.
E’ stata un’idea di zio Luciano quella di realizzare il piccolo Museo dei Bageta, ha voluto piastrellare il pavimento con pietre e mattonelle in cotto, ha riaperto le finestre murate negli anni passati, ha predisposto che ci fosse una adeguata illuminazione artificiale perché diceva…quando vengono poi i bambini delle scuole a vedere la nostra storia devono trovare un ambiente bello.
Si, questo piccolo museo è la storia della nostra famiglia, ma in fondo è la storia del nostro territorio, di molti paesi del Roero. Gli oggetti del quotidiano, da quelli del vino a quelli della cucina erano comuni a tutte le famiglie, come lo erano oggetti per le attività contadine legate al variare delle leggi del mercato. C’è stato il periodo in cui in tutte le famiglie, nei lungi mesi invernali, si realizzavano le “tualete” ( ceste in legno di castagno che venivano utilizzate per la raccolta degli ortaggi e dell’uva ), poi c’è stato il periodo in cui si piantavano gli asparagi, poi c’è stato il periodo delle fragole ,poi le pesche …. poi l’abbandono della campagna.
Quando è stato il momento di allestire le pareti è iniziata una seconda “pacifica lotta”giocata in questo contesto: zio Luciano era come un bambino che ha fatto tanti disegni dei quali va orgoglioso e gli si dice… adesso li appendiamo al muro; pazienza zero, prendeva un oggetto qualsiasi e diceva ….questo dove lo mettiamo? io meno paziente di lui perché volevo dare una senso al tutto. Ce la siamo giocata bene; prima mi facevo spigare la storia di ogni oggetto, il suo utilizzo, di chi lo aveva costruito o comprato e poi insieme abbiamo creato le assi vecchie sulle quali fissare gli oggetti seguendo una logica di utilizzo .
Ne è uscito un bell’ambiente, o meglio a noi piace ( …il che non è poco, anzi è la cosa più importante, lo abbiamo fatto prima di tutto per NOI ). Ogni tanto trovo lo zio intento a spolverare gli oggetti specie quando sa che qualcuno viene in visita. Immagino che per lui ogni oggetto sia un ricordo, brutto o bello che sia, …ne sono certo perché a volte mi ritrovo a fare la stessa cosa….l’importante è non lasciarli morire. Condividerli con qualcuno è l’unico modo ricordandosi che per tornare bisogna essere andati via.
PICCOLO MUSEO DEI BAGETA
presso Azienda Agricola IBAGETA Loc. Sigola N° 36 Baldissero d’Alba per info info@ibageta.com – Tel.335 1301912
( foto Elisa Minerdi e Renato Priolo )
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